Fonte www.disabili.com - Con 278 no, 131 sì e 30 astenuti, la Camera ha respinto nei giorni scorsi l'emendamento alla legge di Stabilità proposto da Fratelli d'Italia che chiedeva di escludere dal computo dei redditi per la determinazione dell'indicatore dell'Isee le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento. Prima del voto sull'emendamento era stata bocciata anche la proposta di accantonamento per verificare le coperture (richiesta avanzata da Sel e Lega).

A questo proposito, riporta Redattore sociale le dichiarazioni del vice ministro dell'Economia, Enrico Morando, il quale spiega che "la sede" per la riforma dell'Isee non è la Legge di stabilità.

"Se dobbiamo riformare l'Isee- sottolinea- potremmo farlo molto presto utilizzando il collegato sulle politiche sociali, quella è la sede in cui realizzare la riforma dell'istituto, se si riterrà necessaria".

L'esclusione delle pensioni di invalidità e delle indennità di accompagnamento, come redditi aggiuntivi, viene sostenuta anche da Sel e Movimento 5 stelle perchè, sottolineano, "si sottraggono risorse ai più deboli". In dissenso dal gruppo del Pd, la deputata Ileana Argentin.

Si riaccende, dunque, il dibattito su un punto cruciale come quello di Isee e disabilità, che ormai da mesi tiene banco, e che sembra non giungere suo scioglimento. Sulla questione si esprime in una nota anche Roberto Speziale, Presidente nazionale di Anffas Onlus, Associazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale, ricordando che "La questione ISEE è molto più ampia e complessa rispetto alla sola ed assurda questione legata al compito delle indennità. Questione che speriamo sarà definitivamente risolta dal Consiglio di Stato con l'emanazione di una sentenza, attesa a giorni, che faccia giustizia di questa autentica assurdità".

Ammesso e non concesso che fosse stato possibile approvare nella legge di stabilità un siffatto emendamento sul problema ISEE sarebbe stato risolto? "Si sarebbe sicuramente trattato di un auspicabile primo passo in avanti, ma non di certo sufficiente a risolvere una situazione che richiede di porre fine ad un'inerzia Istituzionale (da parte di Governo, Regioni ed Enti Locali) che riguarda milioni di persone nel nostro Paese" afferma Speziale.

La questione è importante, perché il rischio di scivolare in una condizione di povertà è più alto per le famiglie al cui interno sono presenti persone con disabilità.

"Si tratta di una priorità, un'emergenza che come tale andrebbe affrontata" conclude il Presidente "perché le persone con disabilità e le loro famiglie sono davvero stanche di dover aspettare e quasi elemosinare attenzione ed impegni per il rispetto dei loro più fondamentali diritti".

Per meglio comprendere la questione Isee e disabilità nella sua complessità, l'Anffas ha predisposto un documento di approfondimento ed analisi che affronta in dettaglio tutti i punti ancora da risolvere in materia di nuovo ISEE e disabilità e si rende disponibile a proseguire nel confronto con le Istituzioni ed cittadini tutti sul tema.

In questo documento Anffas ricorda che tra i punti più importanti da approfondire, propriamente sull'impianto generale del DPCM 159/2013 (che ha introdotto il nuovo ISEE) occorre evidenziare, anche rispetto al vecchio ISEE: o Il computo, nella condizione economica del richiedente e della sua famiglia da considerare per il calcolo dell'ISEE, degli emolumenti economici ricevuti da uno qualsiasi dei componenti il nucleo familiare per invalidità e/o condizione di disabilità o non autosufficienza; o Previsioni di inidonee franchigie per abbattere (intervenendo sulla componente reddituale) il calcolo dell'ISEE; o Esclusione dei minori con disabilità dalla possibilità, come per i maggiorenni, di utilizzo di un ISEE ristretto (non allargato all'intero nucleo familiare) per accedere a prestazioni socio-sanitarie; o Impossibilità, proprio per i meno abbienti che non presentano dichiarazione dei redditi, di sottrarre dal calcolo della condizione reddituale utile per l'individuazione dell'ISEE "le spese sanitarie per disabili, le spese per l'acquisto di cani guida e le spese sostenute per servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordi, indicate in dichiarazione dei redditi tra le spese per le quali spetta la detrazione d'imposta, nonché le spese mediche e di assistenza specifica per i disabili indicate in dichiarazione dei redditi tra le spese e gli oneri per i quali spetta la deduzione dal reddito complessivo; o Eliminazione dalla scala di equivalenza (con cui si individua il dividendo finale rispetto alla somma delle situazioni economiche, reddituali e patrimoniali, dei singoli componenti il nucleo familiare) di una maggiorazione del dividendo pari al 50% per ogni componente con invalidità superiore al 66%.

Il documento è disponibile cliccando qui

Per approfondire leggi il comunicato stampa di Anffas Onlus

22 dicembre 2015