Superando.it - «È intollerabile questa continua modalità vile e ricattatoria di disturbo e danneggiamento di una realtà fondamentale del territorio che lavora senza stregua e con coraggio a sostegno dei soggetti più deboli, discriminati e ai margini della società, e per la loro integrazione»: lo dichiara Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, esprimendo vicinanza e solidarietà alla Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme (Catanzaro) – tra le cui sedi operative vi sono anche quelle che fanno capo alla FISH Calabria – dopo l'ennesimo grave atto intimidatorio subìto.

«Condanniamo fermamente l'ennesimo atto intimidatorio – l'incendio dei terreni della Cooperativa Sociale Le Agricole – nei confronti della Comunità Progetto Sud, gestita da don Giacomo Panizza. È intollerabile questa continua modalità vile e ricattatoria di disturbo e danneggiamento di una realtà fondamentale del territorio che lavora senza stregua e con coraggio a sostegno dei soggetti più deboli, discriminati e ai margini della società, e per la loro integrazione. Esprimiamo la nostra piena vicinanza e solidarietà a don Giacomo, certi che il suo lavoro continuerà ad andare avanti con rinnovato vigore».

Lo dichiara in una nota Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, a proposito dell'atto intimidatorio della notte scorsa, riguardante appunto la Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme (Catanzaro), fondamentale realtà della Calabria, tra le cui sedi operative, lo ricordiamo, vi sono anche quelle che fanno capo alla FISH Regionale (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap).

Si tratta, purtroppo, di un fatto non certo nuovo, in quanto già nel 2009 e successivamente nel 2011 e 2012 avevamo dovuto registrare azioni analoghe, segnalando per altro anche la grande vicinanza e solidarietà arrivata da più parti alla Comunità lametina.

E a dare sostanza alle certezze espresse da Barbieri a chiusura della sua dichiarazione, arrivano già le parole di don Panizza, riportate dell'Agenzia «Redattore Sociale». «Ormai sono decenni – ha dichiarato infatti – che in Calabria sanno che denunciamo, che non ci pieghiamo a quelle logiche che calpestano la legalità, che annientano la giustizia sociale. Gesti come questi creano sconforto, demoralizzano, non solo per il danno economico ma anche per il fatto che ci sentiamo nel mirino. Noi comunque denunciamo sempre e andiamo avanti. Una cosa è certa: non ci fermiamo!».

 

12 luglio 2016