Corriere.it - La giunta regionale ha approvato, in una seduta straordinaria tenuta ieri, lo stanziamento di 7,5 milioni di euro, derivanti dal riparto del contributo governativo complessivo di 70 milioni, per il trasporto degli alunni disabili e l’assistenza alla comunicazione a loro destinata nelle scuole. La delibera predisposta dall’assessore all’Istruzione e Politiche sociali Lucia Fortini rende operativi gli «Interventi rivolti agli studenti con disabilità che frequentano istituti scolastici secondari di secondo grado e affidamento presso istituti specializzati di ogni ordine e grado di studenti con disabilità sensoriali» per l’anno scolastico 2016-2017 approvate dalla giunta a luglio. «Si tratta di un importante stanziamento finalizzato ad assicurare, nell’ambito delle funzioni di programmazione della Regione, la piena ed effettiva integrazione dello studente disabile nel tessuto scolastico, nonché una risposta concreta alle preoccupazioni dei tanti genitori di ragazzi disabili che finora, a causa del ritardo di pubblicazione del Dpcm in Gazzetta Ufficiale, hanno visto compresso il percorso scolastico dei loro figli», spiega l’assessore Fortini. «È un altro intervento fondamentale — aggiunge l’assessore — che dimostra l’attenzione e la sensibilità dell’amministrazione guidata da Vincenzo De Luca verso le politiche sociali, dopo anni di mancata liquidazione di fondi dovuti e di cui ci stiamo prendendo carico con senso di responsabilità».

Per il momento, tuttavia, resta il problema che le risorse non sono ancora state erogate dal Governo. La Regione ha però preparato tutto in modo che siano rapidamente utilizzabili una volta arrivate in Campania. Del fondo destinato alla nostra regione, sulla base della platea scolastica, alla provincia di Napoli saranno destinati circa 4 milioni e di questi un terzo al capoluogo. Il finanziamento costituirà sicuramente una boccata d’ossigeno per i ragazzi disabili, almeno per i non vedenti e non udenti che potranno finalmente avere gli assistenti alla comunicazione dei quali hanno assoluto bisogno, e per le loro famiglie. «Altra cosa, però — puntualizza Toni Nocchetti, medico e promotore dell’associazione “Tutti a Scuola” — è l’assistenza materiale, quella che dovrebbe consentire agli alunni disabili di muoversi nella scuola, di andare in bagno e così via. Questo compito è del personale Ata, lo dice il loro contratto nazionale di lavoro. È vero, come ha dichiarato la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Franzese al Corriere del Mezzogiorno, che devono seguire un corso di formazione ma è vergognoso che la partecipazione al corso sia di fatto volontaria. Dal punto di vista formale – aggiunge Nocchetti - ha ragione l’assessore comunale Roberta Gaeta quando dice che non è di sua competenza ma sa benissimo che per le dimensioni che ha assunto è impossibile che il problema possa essere risolto dai soli bidelli. Del resto non a caso fino allo scorso anno in qualche modo il Comune s’è fatto carico, sebbene in modo carente, di una situazione che ha ereditato».

«Il problema — interviene Norberto Gallo, della Flc Cgil — non può essere risolto fino a quando si fa finta che non ci sia. Quanto al personale Ata, per esempio, la Franzese finge di non sapere che sono pochi, che in provincia di Napoli ne servirebbero altri mille solo per aprire le scuole senza problemi». Quindi non c’è speranza per i sei-settecento alunni delle superiori per i quali non ci sono gli assistenti materiali? «La questione – dice Gallo – è che sapendo che il personale Ata è carente, finisce che ci mettono soldi i Comuni ma solo per la fascia dell’obbligo scolastico. E i ragazzi delle superiori sono fuori». 

 

11 ottobre 2016