Fonte www.personecondisabilita.it - A seguito delle polemiche scoppiate in questi ultimi giorni, la Scuola Svizzera di Milano cambia il regolamento. Su sollecitazione dell’Ufficio federale della cultura (UFC), da cui dipendono le scuole svizzere al di fuori dalla confederazione, il direttore dell’istituto milanese Luca Corabi De Marchi ha accettato di riscrivere il regolamento che in questi giorni ha fatto tanto discutere. Verrà quindi cancellato il passaggio in cui si leggeva che la scuola – impegnativa e multilingue – “non è ottimale per studenti affetti da disturbi dell'apprendimento, quali: dislessia, discalculia, Adhs, sindrome di Asperger, autismo e disturbi comportamentali”.

Abbiamo spiegato che questo punto va troppo in là”, ha detto Daniel Menna, portavoce dell'UFC in un’intervista pubblicata dalla Radio Svizzera. Il canton Ticino, che assieme ai Grigioni fornisce assistenza didattica all'istituto, ha accolto la notizia con soddisfazione. “L'inclusione dei bambini che hanno bisogni specifici deve essere garantita”, ha affermato Emanuele Berger, direttore della divisione della scuola e coordinatore del Dipartimento dell'educazione del canton Ticino. La scuola, fondata nel 1919, ospita oltre 350 tra allievi e studenti. Il 35% è svizzero, mentre il resto è composto da altre nazionalità, soprattutto, italiani. È privata, ma riceve 1,44 milioni di franchi all'anno dalla Confederazione.

Secondo quanto riporta il quotidiano “La Repubblica” la norma incriminata ha sollevato le proteste anche da parte di molti genitori che mandano i propri figli nella scuola di via Appiani e che hanno scritto al quotidiano milanese “raccontando la propria delusione e annunciando di essere pronti a ritirare i propri figli dall’Istituto”. Resta però ancora aperta la questione dell’ascensore. “Magari chiederemo all’architetto Mario Botta di progettarlo”, dice il direttore Luca Corabi De Marchi. L' archistar svizzera si era detta infatti perplessa per il fatto che la scuola non fosse ancora dotata dell' ascensore.

Sulla vicenda - che abbiamo ricostruito qui - era intervenuto il direttore di LEDHA, Giovanni Merlo con un commento pubblicato da Repubblica: "La prima cosa che ci viene da dire è che siamo di fronte a una scuola triste e vecchia che probabilmente rifiuterebbe l'iscrizione di grandi come Albert Einstein e Alan Turing. Quella della Scuola Svizzera è un'idea che denota una qualità pedagogica molto bassa, in cui vale il principio che ci si educa e istruisce solo tra simili". Invece, ha ricordato Merlo, “in Italia esiste una legge sulla inclusione scolastica che vieta le discriminazioni e dimostra che si cresce meglio tutti insieme, ognuno con le sue differenze. Dispiace che dopo tanti anni in Italia gli svizzeri non abbiano capito come interpretare questa norma”.

Sulla vicenda, LEDHA aveva inviato una lettera aperta alla Scuola Svizzera di Milano che si concludeva così: Coraggio, aprite quella porta, aprite quel cancello. Venite a conoscerci: abbiamo un sacco di cose da raccontarvi, da farvi sperimentare, da spiegarvi. Lo faremo volentieri e persino gratis, senza farvi pagare “costi supplementari". Sarà bello farlo insieme, tutti insieme: senza di voi non è la stessa cosa. Questa è la bellezza dell'inclusione. Non poter sopportare che qualcuno rimanga tagliato fuori, escluso, per via della sua disabilità. Insieme a noi, idealmente, potete trovare tante persone con “dislessia, discalculia, ADHD, Sindrome di Asperger, autismo e disturbi comportamentali” che hanno contribuito in modo determinante alla crescita del sapere e della cultura nel mondo: Leonardo Da Vinci, Benjamin Franklin, Pablo Picasso, Alan Turing.

Tranquillo, là in fondo, insieme al nostro grande maestro Franco Bomprezzi (che se la ride sotto i baffi) si trova anche un certo Giovanni Calvino. Entrambi non avrebbero potuto insegnare nelle vostre classi: Franco perché si muoveva usando la carrozzina e Giovanni perché con la sua asma non sarebbe riuscito a scalare tutte quelle scale che si trovano nel vostro “edificio su più livelli senza ascensori” e quindi “non adatto a studenti con gravi handicap motori” Non vi offendete (troppo) e abbiate pazienza con noi. Venite a conoscerci. Alla fine ne varrà la pena.

La lettera di Ledha è disponibile qui

28 agosto 2017