Il padre della bambina a cui fu vietato di salire sulla giostra racconta l'avvenimento nel corso di una conferenza stampa alla Camera. Secondo il Coordown nessun altro parco divertimenti adotta la strategia di Gardaland. E la deputata Coscioni chiede di calendarizzare la sua mozione sul tema che chiede l'immediata rimozione del divieto, il monitoraggio dell'accessibilità nei giochi e l'apertura di un tavolo di confronto

Fonte: superabile - "La presentazione di una mozione parlamentare non risolve una questione finché non viene messa all'ordine dei lavori della seduta della Camera. Faccio quindi appello a tutti i gruppi perché decidano di calendarizzarla al più presto". Lo ha detto Maria Antonietta Farina Coscioni nel corso di una conferenza stampa ieri pomeriggio a Roma in cui ha illustrato i punti della mozione da lei presentata sul caso della bambina Down discriminata nel parco giochi di Gardaland. In particolare la deputata dei radicali ha sottolineato che sono tre i punti nodali del testo: l'immediata rimozione del divieto che impedisce alle persone con disabilità intellettiva di salire su alcuni giochi; monitorare la situazione generale dei parchi giochi in Italia sul piano dell'accessibilità e aprire un tavolo di confronto tra i gestori dei parchi di divertimenti, i costruttori e le associazioni che rappresentano le persone disabili. "Finora - continua ancora Coscioni - abbiamo presentato diverse interrogazioni parlamentari sul tema ma né il ministro delle Pari opportunità, né il ministro della Salute hanno voluto rispondere. Ora con questa mozione saranno costretti a prendersi le loro responsabilità".
Nel corso della conferenza stampa il papà della bambina a cui è stato negato di salire su una monorotaia a Gardaland, ha raccontato nei dettagli l'episodio. "Quando è arrivato il treno le porte non si sono aperte e una donna mi ha detto che le persone con disabilità intellettiva non potevano salire. Ho insistito, ma niente. Nel frattempo anche le altre mie figlie piangevano, non riuscivano a capire cosa aveva fatto la sorellina Rosa. Così ho dovuto dire loro della sua disabilità - sottolinea Aldo Aceto - . È stato così che hanno scoperto che Rosa è down. A oggi non sono ancora arrivate le scuse da parte del parco. È una discriminazione dovuta al fatto che la sindrome di Down è una disabilità visibile. Ho presentato una denuncia penale, ma non voglio soldi, mi basta che Gardaland tolga il divieto o decida di gestire in modo diverso i rapporti con la disabilità".
Sergio Silvestre, presidente del Coordown ha aggiunto che a livello europeo nessun parco divertimenti adotta una normativa come quella di Gardaland. "Tutti si limitano ad adottare il buon senso - ha detto -. Se necessario cercano di sconsigliare ma se una persona è accompagnata o determinata a voler salire non fanno storie". Anna Contardi dell'Aipd ha poi ricordato che domenica 10 ottobre sarà la giornata dedicata alle persone con sindrome di Down. "La tutela dei diritti delle persone disabili deve andare dal diritto alla scuola, all'inserimento sociale fino alla possibilità di divertirsi. È importante l'accettazione a tutti i livelli - ha detto -. I portatori di handicap non possono diventare subitori di handicap. È una discriminazione che tocca anche le famiglie, che vengono così gravemente offese". (ec)

11 ottobre 2010