Si è conclusa la Conferenza Nazionale sulla Famiglia: riflessioni, dubbi e amarezze
Fonte:
superando.it - di Luisella Bosisio Fazzi*
I dati
dell'Istat lo dimostrano: in Italia la famiglia è il principale - se non
l'esclusivo - fornitore di servizi di cura e assistenza, nonché di
sopravvivenza, per i propri membri in generale e in assoluto per le persone con
disabilità. Per riappropriarsi delle sue funzioni e responsabilità, lo Stato
italiano dovrebbe prima percepire le persone con disabilità come cittadini
titolari di diritti e poi come membri di un nucleo familiare. Dovrebbe poi
attuare un'analisi seria del bisogno e realizzare efficaci politiche economiche
e sociali che liberassero le famiglie da carichi assistenziali insostenibili.
Dovrebbe infine attivare una seria lotta all'evasione fiscale, per recuperare le
ingenti risorse economiche occultate e redistribuirle a tutti i cittadini, anche
quelli con disabilità, in termini di accessibilità e fruibilità dei servizi,
benefìci economici diretti e agevolazioni e benefìci fiscali. Una riflessione di
Luisella Bosisio Fazzi, presidente del CND (Consiglio Nazionale sulla
Disabilità), in occasione della Conferenza Nazionale della Famiglia
La
presidente del Consiglio Nazionale sulla Disabilità, Luisella Bosisio Fazzi,
nell'autunno del 2007 a Bruxelles, in occasione della campagna europea
«1million4disability»«Mi è stato chiesto - ci scrive Luisella Bosisio Fazzi,
presidente del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) - di intervenire con
trenta righe nel quotidiano "L'Avvenire", illustrando sinteticamente le
richieste al Governo in materia di politiche sociali e in occasione della
Conferenza Nazionale della Famiglia, in corso di svolgimento a Milano fino al 10
novembre. Tema dell'articolo, lo stesso del titolo dato al Gruppo 9 della
Conferenza, vale a dire Famiglie con fragilità/Disabilità/Anziani/Servizi». «Mi
rendo ben conto - prosegue Bosisio Fazzi - che trenta righe sono pochissime per
illustrare, spiegare ed eventualmente proporre considerazioni su un tema così
difficile e complesso come quello della condizione delle persone con disabilità,
della fragilità e dei servizi. Il rischio è anche quello di far percepire, a chi
non conosce direttamente la condizione delle persone con disabilità, che nelle
famiglie aleggi solo un sentimento di stanchezza, di rinuncia e di polemica. E
tuttavia voglio dire che le famiglie incessantemente "ringraziano" il Governo
delle continue parole di attenzione verso la famiglia, ma ne respingono questa
attenzione quando diventa un alibi per non assumere gli obblighi e le
responsabilità proprie dello Stato moderno e democratico quale l'Italia è».
Ebbene, conveniamo che trenta righe siano effettivamente poche per trattare
in profondità temi di tale portata, ma nonostante ciò riteniamo che la
presidente del CND sia riuscita assai bene nel suo tentativo di sintesi, che ben
volentieri qui proponiamo - con lievi riadattamenti - per gentile concessione.
(S.B.)
Leggendo il documento Istat pubblicato nello scorso mese di aprile,
visionabile interamente anche in internet (cliccare qui), sappiamo che le
persone con disabilità in Italia sono 2.600.000, pari al 4,8% della popolazione
italiana. Di queste, il 93% vive in famiglia, mentre in istituto sono 190.000,
pari allo 0,4%. Il 62% dei giovani adulti con disabilità sono figli che vivono
con i genitori; e ancora, il 66% delle persone con disabilità è fuori dal
mercato del lavoro e solo il 3,5 % è occupato. La ricerca dell'Istat esclude i
dati relativi alla disabilità mentale e dei bambini sotto i 6 anni, rendendo
quindi "invisibili" questi due gruppi la cui fragilità è ancora più intensa e
complessa.
Sono percentuali che provano che in Italia la famiglia è il
principale - se non l'esclusivo - fornitore di servizi di cura e assistenza,
nonché di sopravvivenza, per i propri membri in generale e in assoluto per le
persone con disabilità. E la realtà di un sistema pubblico che scarica sulla
disponibilità delle famiglie - e delle donne - l'azione di welfare di sua
competenza danneggia il livello di qualità di vita delle persone con disabilità
e delle loro famiglie.
Per riappropriarsi delle sue funzioni e
responsabilità, lo Stato italiano dovrebbe prima percepire le persone con
disabilità come cittadini titolari di diritti e poi come membri di un nucleo
familiare. Dovrebbe poi attuare un'analisi seria del bisogno, includendo anche i
dati mancanti citati, e realizzare quindi efficaci politiche economiche e
sociali che liberassero le famiglie da carichi assistenziali insostenibili.
Dovrebbe infine attivare una seria lotta all'evasione fiscale, per recuperare le
ingenti risorse economiche occultate e redistribuirle a tutti i cittadini, anche
quelli con disabilità, in termini di accessibilità e fruibilità dei servizi,
benefìci economici diretti e agevolazioni e benefìci fiscali.
Stante la
situazione rilevata, infatti, diventerà impossibile per le famiglie essere
luoghi di promozione e tutela delle persone con disabilità. Schiacciate da
compiti di cura insostenibili, ridotte in miseria dai costi dell'assistenza, si
trasformeranno irreversibilmente in luoghi di esclusione e reclusione, in nuovi
piccoli "tremendi istituti".
*Presidente del CND (Consiglio Nazionale
sulla Disabilità)
12 novembre 2010
i
commenti di Anffas alla Bozza di Piano Nazionale per la Famiglia
la
bozza di Piano Nazionale per Ia Famiglia
documenti
della conferenza
Liti in famiglia, pubblicato
su Vita
Collocamento
obbligatorio. Settore assicurativo: nessuna esclusione , pubblicato su
Superabile
Dal
ministero del Welfare l'impegno per garantire il Fondo per la non
autosufficienza , pubblicato su Superabile
Tre
miliardi di euro in meno per il sociale nel prossimo triennio , pubblicato
su Superabile