Tratto da: www.superabile.it - La quarta mostra della galleria londinese dedicata agli artisti con disagi fisici e psichici ospita anche tre italiani. Sono gli artisti dell'atelier Manolibera della Cooperativa sociale Nazareno di Carpi. Veneri: "Dipingo perché è bello"

MODENA - Da Carpi a Londra, per esporre in una delle più innovative gallerie del mondo. È l'avventura che stanno vivendo in questi giorni tre artisti "dalle abilità differenti" della Cooperativa sociale nazareno: le loro opere sono infatti esposte nell'Exhibition #4 del Museum of Everything, che mette in mostra 95 artisti con disagi fisci e psichici. Il progetto di "arte non convenzionale" è nato nel 2009 nella capitale inglese e in breve tempo è diventato una delle esperienze più interessanti nel panoramo artistico odierno. La quarta mostra prende vita nel cuore di Londra, presso il celebre magazzino Selfridges di Oxford Street, fino al 25 ottobre, con 400 opere figlie di 50 atelier dislocati in tutto il mondo. E per la prima volta partecipano anche tre artisti italiani. Sono Cesare Paltrineri, Gianluca Pirrotta e Franco Veneri, provenienti dall'atelier Manolibera della Cooperativa sociale Nazareno, la stessa che ogni anno organizza a Carpi il Festival delle abilità differenti.

James Brett, curatore dell'iniziativa, ha contattato in prima persona il presidente della cooperativa Sergio Zini, complimentandosi per i lavori prodotti dall'atelier Manolibera. "Abbiamo sempre cercato nuovi contatti all'estero", spiega Zini , "soprattutto per conoscere nuove realtà". L'atelier Manolibera si occupa di circa 80 persone, di cui 5 che hanno già esposto. "La pittura è soltanto una delle espressioni. L'atelier Manolibera si occupa di arti e mestieri: ci sono anche altre attività come la ceramica, la stampa romagnola, le decorazioni o la carta riciclata". Il gemellaggio con la galleria londinese nasce da un principio semplice: considerare le opere prodotte dai cosidetti "outsider" dal punto di vista artistico. "Non si diventa artista per caso", prosegue Zini, "le persone che lavorano nel nostro atelier hanno la capricciosità dei veri artisti: fanno qualcosa quando hanno qualcosa da dire".

Il progetto base del Museum of Everything è rendere disponibile al grande pubblico questo tipo di arte non convenzionale. Le opere sono scelte per le loro qualità e non per dare risalto a una biografia o a un disagio in particolare. All'interno della mostra sono presenti anche filmati che mostrano come gli artisti lavorano nel proprio atelier. Se gli si chiede perché disegnano, le risposte saranno molteplici. Franco Veneri è di questa idea: "Dipingo perché è bello, e il bello mi piace". E a chi, come il critico del Guardian che ha recensito la mostra, pensa che le opere esposte siano "dolorose", "preoccupanti" e create da "troubled individuals" (persone inquiete, stravolte), il curatore James Brett risponde: " li artisti esposti sono raramente inquieti, certamente non quando stanno facendo arte. Ci sono film proiettati nella mostra che li mostrano al lavoro nei loro studi, mentre fanno ciò che amano".

20 settembre 2011