Tratto da www.corriere.it - Se in estate è stata la volta dell'assistenza specialistica - visto che, con la manovra Tremonti, i cittadini si sono trovati a dover metter mano al borsellino per "compartecipare alla spesa" con i ticket per visite ed esami -, a inizio autunno è toccato all'assistenza farmaceutica (farmaci di fascia A, cioè a carico del Servizio sanitario).

C'è chi era esente (per reddito) e adesso non lo è più, ma non capisce se si tratti di un errore o di una nuova regola; c'è chi spedisce e-mail perché teme di perdere l'esenzione se non si precipita alla Asl (e sarà poi la Asl il riferimento giusto?) per fare nuove certificazioni; c'è chi si domanda se i farmaci adesso vadano pagati addirittura per intero.

Cerchiamo, allora, di fare un po' di ordine e capire che cosa ci attende.

La manovra Tremonti, ridando vita a una disposizione del 2006, ha reintrodotto la quota fissa di 10 euro sulle ricette per le visite specialistiche e per gli esami, quota che poi ogni Regione ha rimodulato a modo proprio. Quanto ai ticket farmaceutici introdurli è, fin dal 2001, una "facoltà" di ciascuna Regione che può servirsene per coprire disavanzi di gestione (in alternativa all'imposizione di diverse misure di pressione fiscale).

Alcune Regioni di questa facoltà si avvalgono da anni, altre, come l'Emilia Romagna, hanno cominciato a farlo alla fine dell'estate. In altri casi, come in Liguria e Puglia, il ticket sui farmaci non è mutato ma si è ridotto il numero degli aventi diritto all'esenzione. E in diverse Regioni sono cambiate anche le modalità per certificare le esenzioni stesse.

Per avere una panoramica chiara della situazione attuale relativamente alla questione dei ticket, consigliamo di leggere l'articolo integrale seguendo questo link e di consultare anche la nostra news sull'argomento cliccando qui.

25 ottobre 2011