Fonte comunicato stampa Anffas Alto Friuli - Dai tagli pubblici al settore welfare alla mancanza di nuovi piani di zona pur previsti dalla legislazione regionale – gli ultimi risalgono al 2015 - fondamentali per dettare le priorità negli interventi e creare progetti condivisi fra i vari attori che si occupano di disabilità. Non mancano certo le problematiche per un’associazione come l’Anffas Alto Friuli, che deve anche fare i conti la difficile morfologia di un territorio che ha determinato lo sviluppo di un tessuto insediativo molto disperso.

Eppure, come spiega la Presidente Elena Beorchia, l’Anffas Alto Friuli non si ferma affatto. “Siamo anzi consapevoli – spiega – che, in un momento di difficoltà economica generale, solo i progetti di qualità realizzati da associazioni strutturate in sinergia con i servizi sociali hanno, rispetto ad altri, maggiori possibilità di essere finanziati non solo dagli enti pubblici ma anche da privati. Così è stato per il progetto “Percorsi per conoscersi e crescere insieme” che siamo riusciti a organizzare insieme all’Aas n.3 grazie al prezioso contributo della Fondazione Friuli, che ringraziamo di cuore”.

Molte le iniziative realizzate partendo da un punto fermo sancito dalla Convenzione Onu: il diritto delle persone con disabilità di avere un percorso personalizzato che le accompagni nel loro divenire adulte e il più possibile autonome, promuovendo la loro capacità di autodeterminazione e autorappresentanza.

“Innanzittutto – testimonia la Presidente Beorchia – abbiamo costituito un centro di aggregazione per giovani adulti con disabilità: uno spazio informale all’interno della nostra sede associativa di Tolmezzo dove incontrarsi alla presenza di un educatore per pianificare le uscite, proporre nuove attività, scambiarsi idee nell’ottica dell’autorappresentanza. Il gruppo, formato da una decina di persone con disabilità, si incontra due sabati al mese”.

Sono state inoltre organizzate sempre per i ragazzi delle uscite di una giornata sul territorio regionale in maniera autonoma rispetto alla loro famiglia accompagnati solo da educatori e volontari dell’associazione. Per quanto riguarda i bambini e ragazzi con disabilità e le loro famiglie è stato organizzato in due cicli diversi (primavera e autunno) un laboratorio di 5 incontri ciascuno per implementare, attraverso le fiabe e il gioco, le competenze comunicative e relazionali e un percorso di educazione emotiva svolto con un arteterapeuta per insegnare alle persone a gestire sentimenti come la rabbia, l’ansia e la preoccupazione soprattutto legate all’ambiente scolastico, evitando episodi di aggressività o isolamento.

“Quest’ultimo – racconta Elena Beorchia – è stato davvero apprezzato dai partecipanti, anche provati da gravi traumi emotivi, e dalle loro famiglie che hanno già richiesto la replica del laboratorio per il prossimo anno”.

Sempre all’interno del progetto “Percorsi per conoscersi e crescere insieme” spazio anche a laboratori musicali e percorsi di attività ludica assistita con gli animali, in particolare con i cavalli nel circolo ippico di Villa Santina e con i cani presso la sede associativa. Infine, la scorsa estate, è stato organizzato a giugno un laboratorio estivo per bambini e ragazzi con disabilità rispondendo alle loro specifiche esigenze.