Fonte www.quotidianosanita.it - Tre gli ambiti presi in considerazione: il primo riguarda gli obiettivi di sviluppo globali in campo ambientale, economico e sociale, per promuovere i benefici della tecnologia assistita, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione accessibile. Il secondo ambito analizza la riduzione dei rischi in situazione di emergenza. Il terzo ambito è quello della creazione di ambienti di lavoro accessibili e inclusivi. 

Con la recentissima approvazione da parte del Parlamento europeo del l’attesissimo “European Accessibility Act”, meglio noto come “Disability Act”, che ha lo scopo di rendere accessibili prodotti e servizi come computer, smartphone, tablet, tv, sportelli bancomat e servizi bancari, terminali di pagamento, e-book e e-reader, siti di e-commerce e app mobilie cc, è stato fatto un passo importante, per alcuni storico, che però “non renderà ancora l’Ue (istituzioni e mercato unico) pienamente accessibili, ha commentato Edf, il Forum europeo per la disabilità diffondendo e commentando la notizia, poiché esclude ancora molte aree essenziali come il trasporto, l’ambiente edilizio e gli elettrodomestici.
 
La nuova direttiva sull’accessibilità è un passo importante, ma il lavoro dell’Ue è lungi dall’essere completo: abbiamo bisogno di una legislazione che assicuri parità di accesso in tutti i settori della vita”.
Su questo filone la sottoscrizione di qualche giorno fa dell’intesa tra Federsanità Anci e FIABA, la Federazione Italiana per l’Abbattimento delle barriere architettoniche aprirà la strada ad una concreta collaborazione di esperti sui temi dell’accessibilità, adattabilità e visitabilità che sono alla base dell’integrazione dei diversamente abili alla fruizione di servizi essenziali come quelli collegati alla tutela della salute attraverso le prestazioni erogate dalle strutture sanitarie e sui posti di lavoro.

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