Fonte www.superabile.it - L'Onu non ci sta e per la terza volta in poche settimane ribadisce alla Francia che Vincent Lambert non può essere portato alla morte prima che il suo caso venga analizzato nel dettaglio dal Comitato per i diritti delle persone con disabilità. Nel medesimo giorno, martedì 2 luglio, in cui l'équipe medica dell'ospedale di Reims ha sospeso i trattamenti vitali (idratazione e alimentazione) all'uomo in stato di minima coscienza lì ricoverato da ormai 11 anni, torna a farsi sentire l'organismo delle Nazioni Unite incaricato di verificare il rispetto della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e del suo Protocollo opzionali, entrambi ratificati dalla Francia.

Il Comitato Onu: "Dovete aspettare". Nella tarda serata di ieri il Comitato Onu ha chiesto nuovamente alla Francia di mantenere idratazione e alimentazione, ricordando esplicitamente il carattere obbligatorio di tali misure cautelari. Esse hanno lo scopo di scongiurare “conseguenze irreversibili” (e tale sarebbe senza alcun dubbio la morte del soggetto) al fine di permettere al Comitato stesso di esaminare con attenzione il ricorso individuale presentato. Evème Triomphe e Jean Paillot, gli avvocati dei genitori di Lambert, hanno informato della richiesta il dottor Sanchez, capo dell'équipe medica dell'ospedale di Reims.

Il braccio di ferro Francia – Onu. Continua dunque il braccio di ferro fra la Francia e le Nazioni Unite su quello che è diventato un caso controverso anche per il diritto internazionale. Come altre Convenzioni sui diritti umani, anche quella sui diritti delle persone con disabilità (adottata dall'Assemblea generale il 13 dicembre 2006, firmata il 30 marzo 2007 ed entrata in vigore dopo le prime ratifiche il 3 maggio 2008) contempla la possibilità che, contro decisioni giudiziarie diventate ormai definitive nei singoli Stati, ci si possa appellare a organismi sovranazionali. Si tratta di un ricorso individuale, che nel caso specifico è stato presentato all'attenzione del Comitato Onu dai legali dei genitori di Lambert, quando non era più possibile proporre ricorso presso la giustizia francese.

La Francia e la Convenzione Onu. La Francia ha ratificato la Convenzione Onu il 31 dicembre 2009, con la legge 1791/2009 e ha ratificato anche il Protocollo opzionale che nello specifico all'articolo 1 prevede proprio il ricorso individuale al Comitato Onu contro decisioni passate in giudicato. La Francia, come qualsiasi altro Stato parte, ha la facoltà di manifestare al Comitato Onu eventuali ragioni che non permetterebbero di rispettare le misure cautelari richieste, ma l'ultima parola al riguardo spetta comunque all'organismo delle Nazioni Unite.

Gli obblighi della Francia. Con la firma della Convenzione e del Protocollo, ogni Stato si impegna ad osservare tali norme. O almeno così dovrebbe. In questo caso la Francia ha scelto la via opposta, sostenendo di non essere vincolata alla decisione del Comitato Onu. La questione, in definitiva, si risolve in una semplice constatazione, valida per qualsiasi atto riferito a trattati internazionali: tutto il sistema di protezione dei diritti dell'uomo poggia sulla volontà degli Stati di applicare quegli impegni internazionali che liberamente essi hanno voluto sottoscrivere. Nel caso Lambert, manca esattamente – da parte transalpina – questa volontà. La Corte d'Appello di Parigi, nella sua sentenza del 20 maggio scorso – decisione poi annullata il 28 giugno dalla Cassazione – aveva ingiunto all'ospedale di mantenere i sostegni vitali a Lambert riconoscendo proprio l'obbligatorietà per la Francia di sottostare al diritto internazionale. Una decisione che è stata poi sì annullata, ma non in seguito all'affermazione che la Francia non è vincolata al rispetto della richiesta del Comitato Onu (sul merito di tale questione la Cassazione ha scelto di non decidere), ma solamente per un difetto di giurisdizione: la Corte d'Appello non aveva la competenza per potersi legittimamente esprimere.
 
Ecco così che, anche se il protocollo che porterà Vincent Lambert alla morte è ormai ripreso, la partita – anche dal punto di vista del diritto internazionale – resta ancora aperta. E comunque vada a finire costituisce un precedente che getta un'ombra sul rispetto dei propri impegni internazionali da parte di un paese - la Francia – che ama presentarsi come la patria dei diritti umani.

Per approfondire leggi l'articolo "Lambert, la resa dei genitori: Stavolta è finita"