regione_sardegnaPer i progetti personalizzati conta solo il reddito personale

Nei mesi precedenti Anffas Onlus aveva dato notizia dell'emissione dell'ordinanza del Tar Cagliari n. 61/2012 con la quale si era sospeso l'utilizzo dell'ISEE familiare da parte della Regione Sardegna nella predisposizione delle graduatorie degli assegnatari dei contributi per i progetti personali ai sensi della Legge n. 162/1998.

All'ennesimo provvedimento a favore delle persone con disabilità sarde, Anffas aveva auspicato che la Regione non infierisse ancora, ma il 23 marzo 2012 la stessa ha depositato in Consiglio di Stato appello avverso l'ordinanza di sospensione, pur sapendo che la causa sarebbe stata trattata nel merito solo poche settimane dopo, ossia domani 9 maggio.

Nell'articolo tratto dal sito www.superabile.it e riportato di seguito è bene evidenziato il commento del consigliere Espa per tale azione ad oltranza della Regione.

Nei giorni scorsi i giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale a Roma - presidente il magistrato Stefano Baccarini, estensore il magistrato Antonio Bianchi - hanno respinto l'appello della Giunta Regionale, in particolare dell'assessorato alla Sanità, contro la sospensiva dell'ordinanza del Tar di Cagliari che stabiliva di tener conto, a norma di legge, del solo reddito individuale nei progetti personalizzati della Legge 162. Una battaglia delle famiglie per evitare tagli ai finanziamenti dei famosi piani personalizzati per le persone con disabilità grave. La soddisfazione di Marco Espa, membro della Commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio regionale della Sardegna si traduce nella richiesta alla regione di mettere uno stop definitivo a questo genere di ricorsi: "Basta, basta ora. E' ora di smetterla. Basta con i ricorsi da parte della Regione. Non è possibile ancora vedere la Regione Sardegna che si mette letteralmente contro persone già con gravissimi problemi dati dalla loro situazione di vita, letteralmente contro bambini sardi con disabilità grave, contro eroiche famiglie con due o più persone con disabilità che chiedono solamente che venga applicata la legge (il dlgs 130 del 2000) che prevede, solo per le persone con disabilità grave la considerazione del reddito personale dell'utente e non di quello familiare come sostiene la Regione, e che fanno risparmiare centinaia di migliaia di euro alle casse pubbliche non mettendo in Istituto i propri cari. Fa impressione vedere e leggere nei ricorsi e nelle sentenze Regione Sardegna contro... e seguono i nomi di persone con disabilità grave o dei loro genitori quando trattasi di bambini. Ma stiamo scherzando? Ma vi sembra sostenibile? Umano?".

"Non bastano - continua Espa - le decine e decine di sentenze sul tema dei tribunali di tutta Italia per fermarsi? Ma vogliamo finirla con questo che non è un gioco giuridico per le famiglie e che anzi è motivo di ulteriori spese e di stress? Non ci fossero le risorse, ma abbiamo appena approvato all'unanimità in Consiglio Regionale (art.2 comma 3 della legge regionale 6/2012) 10 milioni di euro aggiuntivi proprio in previsione di queste situazioni che al massimo possono incidere di solo il 5 % su un budget attuale di 102 milioni di euro. E teniamo conto che, al di la che questo è comunque un diritto, che la Regione si mette contro eventuali beneficiari, circa 10 mila famiglie e persone, con un reddito Isee familiare inferiore ai 17 mila euro annui (non mensili....non parliamo mica di ricconi)".

"Ho chiesto - continua Espa - all'assessorato alla Sanità in sede di autotutela, con la mia interrogazione del 28 ottobre 2011 alla quale non ho avuto alcuna risposta, di fare propria la tendenza giurisprudenziale dei Tar e del Consiglio di Stato nel considerare il solo reddito personale, invece niente, con protervia si è proceduto ad opporsi, con il solo risultato di prendere uno schiaffo a febbraio dal Tar di Cagliari e uno adesso dal Consiglio di Stato. Adesso il Tar di Cagliari nel mese di maggio produrrà la sentenza di merito. Che l'assessorato non continui a mettere in campo avvocati, legali, appellandosi ancora contro in gradi successivi, per dare soddisfazione a chi, mi chiedo? Non ha senso, non è politicamente e umanamente sostenibile vedere Asserrorato alla Sanità contro bambini, giovani, adulti con disabilità grave e gravissima. Basta, adesso".

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8 maggio 2012